Il nuovo Codice della crisi d'impresa ha modificato in maniera sostanziale le disposizioni civilistiche sui criteri di quantificazione economica del danno in caso di accertamento della responsabilità degli amministratori. Vengono introdotti due criteri, il primo, principale, dei netti patrimoniali rettificati, ed il secondo, sussidiario, dato dalla differenza tra attivo e passivo accertati in corso di procedura. Nel primo caso si tratta di uno scostamento dai recenti arresti della Suprema Corte; per ciò che concerne il secondo, invece, si tratta solo in apparenza di un recepimento dei più recenti dettami della Cassazione, trattandosi di un criterio autonomo di determinazione del danno. In entrambi i casi dovranno essere analizzate le ricadute sia in termini processuali, con particolare riferimento all'inversione dell'onere della prova a carico dell'amministratore, sia in termini di applicabilità della novella ai giudizi in corso e di impatto sul diritto vivente.

di Francesco Maria Rescigno e Claudio Turi e Sebastiano Zanette